Umanizzazione degli arredi

Written by Nuova Giovane Italia on 13:04


Impressiona pensare che il concetto di razionalizzare gli spazi sia vecchio di quasi cent'anni, già agli albori del caro '900 Buster Keaton ironizzasse sulla tendenza, in Italia comparsa dopo gli anni '70, di limitare progressivamente gli spazi abitativi esasperandone sempre di più il mobilio alla ricerca di una funzionalità inesistente esasperata da una logica più adatta ad una monaca di clausura che ad una moderna donna manager.
Risparmiare lo spazio è sempre stato uno dei crucci dei grandi urbanisti, già in epoca romana si costruivano grandi complessi ad uso residenziale, le Insulae, una sorta di mega condominio da destinarsi a dormitorio della plebe, contenere mille in uno spazio che, su carta, non basterebbe a cento.
Ma siamo certi che tutto ciò sia un bene per l'usufruitore? Per chi ci dovrà andare a vivere?

Razionalizzare gli spazi, riportarli ad una dimensione più umana, secondo me, non vuol dire sacrificare gli inquilini, ritrovarsi compressi in assurdi monolocali, vuol dire recuperare la nostra libertà nello spazio e nel tempo che vi trascorriamo. Già alla fine degli anni '20 numerosi architetti internazionali cominiciarono a lavorare in tal senso. Voglio, perciò, ora proporvi un breve filmato in cui si tratta di una villa realizzata da Le Corbusier, villa Savoye. Buona visione.

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